Chi ama i grandi vini di Francia, prima o poi arriva al Jura. E quando ci arriva, resta sorpreso. Perché il Jura è diverso. Minuscolo, appartato, con meno di 2000 ettari vitati incastonati tra la Borgogna e la Svizzera, questo angolo di Francia produce alcuni dei vini più originali – e meno imitabili – di tutto il panorama mondiale.
La star indiscussa è lo Vin Jaune, il vino giallo: un bianco ossidativo ottenuto da uve Savagnin e affinato almeno sei anni e tre mesi in botte scolma, sotto un velo di lieviti simile a quello dello Sherry spagnolo. Nessun travaso, nessun rabbocco. Il risultato? Un vino potente, secco, profumatissimo, con note di curry, noci e spezie orientali. Inimitabile. Talmente unico che viene imbottigliato in un formato tutto suo, il clavelin da 62 cl, esattamente il contenuto che resta da ogni litro dopo l’evaporazione.
Accanto al Vin Jaune, il Jura propone un altro vino fuori dal tempo: il Vin de Paille, il vino di paglia. Si ottiene da uve lasciate appassire per mesi su graticci, prima di essere pigiate e fermentate lentamente. Dolce, complesso, con aromi di frutta candita e miele, è un vero gioiello da meditazione.
Ma la regione non è solo tradizione millenaria. Da qualche anno, il Jura è diventato il nuovo Eldorado per appassionati e sommelier in cerca di vini artigianali e sorprendenti. I suoi bianchi secchi da Chardonnay e Savagnin, anche nella versione non ossidativa, sono tra i più apprezzati dagli intenditori: vibranti, minerali, con una sapidità tagliente che riflette i terreni calcarei e marnosi del “revers” del massiccio del Giura.
I rossi? Pochi, ma decisamente caratteristici. Il Poulsard – chiamato anche Ploussard – regala vini chiari, quasi trasparenti, ma dal profilo aromatico inaspettatamente ampio: fiori, piccoli frutti rossi, spezie dolci. Il Trousseau, invece, è più rustico e strutturato, perfetto con i piatti della cucina locale. E non manca il Pinot Noir, coltivato soprattutto nelle zone più fresche e profonde del vigneto.
Chi visita il Jura si ritrova immerso in paesaggi gentili, dove i vigneti si alternano a boschi e pascoli. La gastronomia è un altro punto forte: il comté, formaggio stagionato e intenso, è il compagno ideale del Vin Jaune. E poi salsicce affumicate, polli di Bresse, funghi, e piatti ricchi e sostanziosi che si sposano a meraviglia con la rusticità elegante dei vini locali.
Il vino qui non è solo un prodotto, è un’eredità culturale. Ogni anno, a febbraio, Arbois e gli altri villaggi vinicoli si animano per la Percée du Vin Jaune, la festa che celebra l’apertura delle prime bottiglie dell’annata appena maturata. È una festa popolare, certo, ma anche un rito collettivo. E un invito implicito a scoprire una delle regioni più autentiche della Francia del vino.
Chi ama l’eleganza scolpita e la forza gentile dei grandi vini, non può non passare da qui. Perché il Jura, con la sua identità forte e silenziosa, è il segreto meglio custodito dell’enologia francese. Ma i segreti, si sa, prima o poi si scoprono.